MANIFESTO PER LA SOPPRESSIONE DEI PARTITI POLITICI 2 SOMMARIO Presentazione 3 Mettere al bando i partiti politici (A. Breton).... 5 L'abitudine deve aver avuto fauci voraci! . 5 La prima garanzia 7 Contro la servilita 8 Manifesto per la soppressione dei partiti politici (S. Weil) 10 Simone Weil (Alain) 39 Note 46 Presentazione II presente Manifesto e stato pubblicato per la prima volta nel numero 26 della rivista «La TableRonde» del febbraio del 1950. Simone Weil e gia morta da sette anni. Le reazioni di Andre Breton e di Alain al testo, all'epoca inedito, non si fanno attendere. II primo sul quotidiano «Combat», il secondo sulla stessa rivista «La Table Ronde» si accordano fin dal successivo mese di aprile per considerarlo come uno dei piu penetranti dell'autrice. Andre Breton richiede in questa occasione che «il Manifesto sia pubblicato a parte e destinato alia maggiore diffusione possibile», cosa che non avverra. Sara tuttavia integrato, in seguito, nel volume Ecrits de Londres et dernier es lettres 1 , pubblicato da Gallimard nel 1957. Breton, che conosce la minaccia mortale alia liberta rappresentata dallo stalinismo che all'epoca si sta impadronendo del potere intellettuale in Francia, comprende immediatamente tutta la portata della dimostrazione di Weil. E dunque principalmente 1'influenza crescente e mortifera del partito comunista sulla vita pubblica francese che Weil, come Alain, ha in mente mentre scrive la sua critica. Ma la sua breve analisi supera largamente, come sempre, il contesto della pubblicazione. Come dice Breton: «Per la grande maggioranza, "il movente del pensiero non e piii il desiderio incondizionato, indefinito, della verita, ma il desiderio della conformita a un insegnamento prestabilito"» un fatto che costituisce senza dubbio alcuno «una delle peggiori aberrazioni» del periodo, di quel dopoguerra in cui la Francia non si dimostra capace di salvare neppure le apparenze. Ma siamo in grado, oggi, di fare un bilancio piu incoraggiante? L'azione del pensiero e, per esempio, arrivata a vincere il regno indiviso deH'opinione, del «pro» e del «contro»? Evidentemente, la risposta e no. Dichiarando di preferire l'espressione messa al bando a quella di soppressione usata da Simone Weil, Andre Breton insiste sul fatto che questa non potra che essere il frutto di «un'impresa, abbastanza lunga, di disinganno collettivo», piuttosto distante da qualunque forma di violenza. E sempre complesso stabilire il momento in cui un'impresa del genere possa giungere a compimento. Non e tuttavia impossibile che questo momento sia vicino. Ci e dunque sembrato degno di interesse riportare alia conoscenza dei lettori questo Manifesto per la soppressione dei partiti politici, integrato dalle analisi critiche di Breton e Alain. Mettere al bando i partiti politici di Andre Breton Nei giorni piu cupi del 1940, quando la coscienza e la morale di questo Paese toccavano il loro punto piu basso, un'analisi anche sommaria degli avvenimenti sarebbe bastata a rendere evidente l'inadeguatezza dei partiti politici. Certo, era possibile affliggersi del silenzio - quando non deH'attitudine ambigua - di colore i quali, nei decenni precedenti, erano stati considerati alia stregua di maestri d'intelligenza: in loro, il coraggio non si mostrava alia stessa altezza. Ma se c'era qualcosa d'altro che poteva essere oggetto di derisione, si trattava senza dubbio delle lotte tra «dottrine» che si erano combattute prima della catastrofe, e di cui testimoniavano sordidamente ai muri alcuni brandelli di cartelloni elettorali. L'abitudine deve aver avuto fauci voraci! Che cos 'era accaduto a tutte quelle pretese convinzioni, sempre pronte a esprimersi in termini intemperanti? Si erano prodotti gli slittamenti piu inverosimili. II «nazionalismo integrale» dell'uomo del «coltello da cucina» 2 era passato al servizio della collaborazione. Gli stalinisti, per via del patto germano-sovietico, erano momentaneamente andati a costituire il grosso della «quinta colonna». II partito socialista si scindeva, mettendo in luce alcune figure inquietanti. II radical-socialismo, che si era posto, in mancanza di meglio, come solido perno della Terza Repubblica, si agitava di scoglio in scoglio come una boa ubriaca. Se giorni migliori di quelli che vivevamo allora erano destinati a tornare, potevamo essere certi che ci saremmo liberati di quelle categorie, ormai prive di senso. L'abitudine deve aver avuto fauci voraci perche oggi ci troviamo ancora a questo punto ! II gioco delle istituzioni che nessuno ha osato affrontare con il dovuto rigore ha riportato al potere la maggior parte degli uomini delPanteguerra, e non ha dimenticato i piu screditati. La Resistenza quella vera: intendiamo quella nata dal rifiuto individuale dell'oppressione, e non dalPobbedienza a una parola d'ordine tardivamente comunicata a un gruppo, la sola da cui ci si potesse aspettare la necessaria guarigione non ha tardato a essere artificiosamente smembrata e, come tale, gia ora non ha piu voce in capitolo. Senza piu attendere, ci si appresta a riabilitare i traditori. In un modo o nell'altro, i fantocci radicali sono stati rimessi al loro posto. Un socialismo sempre piu vegetativo non ha, nemmeno agli occhi dei suoi simpatizzanti, grandi possibility di sopravvivere alia perdita del suo leader principale 3 . Le sole novita del dopoguerra, passibili di 7 i modificare l'immagine preliminare che l'osservatore poteva farsi della situazione, consistono, da una parte, nella salita alia ribalta di un MRP 4 che segna un'intromissione della Chiesa nello Stato, dalPaltra nel fatto che, poiche nel loro ultimo travestimento gli stalinisti hanno ripreso teoricamente a loro uso e consumo una buona parte degli slogan deU'estrema Destra, l'emiciclo parlamentare potrebbe convenientemente cedere il posto a una rotonda in cui gli antichi estremi sarebbero in comunione. La prima garanzia L'assurdita, la faciloneria con la quale si aderiva, in modo approssimativo, ai partiti sono incomparabilmente piu manifeste oggi che in passato. E sufficiente, d'altronde, che uno di loro abbia fatto dei voltafaccia la propria specialita per mettere in condizione detestabile tutti gli altri. Non ci sara forse, nella struttura di qualunque partito politico, un'anomalia redibitoria, un vizio fondamentalmente pregiudiziale per l'uomo? E un fatto di cui spiriti diversi, ma che possiamo considerare illuminati, si sono accord uno a uno. AH'incontro che si tenne l'anno scorso a Pleyel sul tema «Internazionalismo dello spirito», mi fu concessa l'occasione di ricordare, in sua presenza, come Albert Camus vedesse nella non appartenenza a un qualunque genere di partito la prima garanzia che dovrebbe essere fornita da tutti 8 coloro che, attraverso un largo e appassionato scambio di idee e punti di vista, ritengono sia ancora possibile aspettarsi un rimedio al male odierno. Si puo considerare, infatti, che piu la disciplina e forte alPinterno di un partito, piu le idee che lo guidano tendono a stereotiparsi, a sclerotizzarsi. Ci si puo rifare alle magistrali pagine in cui Jules Monnerot, nella sua fondamentale Sociologie du communisme, mostra come un partito di questo genere si impossessi delP«ideale dell'io» per metterlo al servizio della sua propria socializzazione. Contro la servilita Ma quella che e in assoluto la testimonianza piu decisiva, piu definitiva su questo tema si trova in una comunicazione di Simone Weil, pubblicata nel numero 26 (febbraio 1950) de «La Table Ronde» con il titolo Manifesto per la soppressione dei partiti politici. Queste venti pagine, in ogni punto ammirevoli per intelligenza e nobilta, costituiscono una requisitoria senza possibile appello contro il crimine di abdicazione dello spirito (rinuncia alle sue prerogative piu inalienabili) che provoca il modo di funzionamento dei partiti. Vi si fa giustizia, una volta per tutte, di una delle peggiori aberrazioni di questa temperie, ossia che, per la grande maggioranza, «il movente del pensiero non e piu il desiderio incondizionato, indefinito, della verita, ma il desiderio della conformita a un insegnamento prestabilito». Non possiamo che augurarci che questo Manifesto sia pubblicato a parte e destinato alia maggiore diffusione possibile. Contro l'esercizio della servilita e le forme aggressive a cui essa da origine, e giunta l'ora che si contino coloro che stimano, con Simone Weil, che «la soppressione dei partiti costituirebbe un bene quasi alio stato puro». Inutile dire che questa soppressione (e il motivo per cui preferisco l'espressione messa al bando) «non potra, pena uno snaturamento assoluto, risultare da un atto di forza»: non puo che concepirsi al termine di un'impresa, abbastanza lunga, di disinganno collettivo. Nell'attesa, possiamo quantomeno sperare che le prossime consultazioni elettorali riportino in vigore un sistema di scrutinio che non sfavorisca piu sistematicamente il candidato che si ponga come responsabile di fronte ai propri elettori, a vantaggio di chi non deve fare i conti con altri che il proprio partito - a maggior ragione quando quest'ultimo sia un partito i cui dirigenti in carica si limitano a eseguire ordini ricevuti da molto lontano. Andre Breton «Combat», n. 1803, 21 aprile 1950 10 Manifesto per la soppressione dei partiti politici di Simone Weil La parola partito e qui usata nel significato che ha nel continente europeo. Solo nei Paesi anglosassoni lo stesso termine designa una realta affatto differente. Affonda le sue radici nella situazione inglese, e non e possibile trasporlo. Un secolo e mezzo d'esperienza lo mostra a sufficienza. E presente, nei partiti anglosassoni, un elemento di gioco, di sport, che non puo esistere che in un'istituzione di origine aristocratica: tutto e serio in un'istituzione che, in origine, e plebea. L'idea di partito non rientrava nella concezione politica francese del 1789, se non come quella di un male da evitare. Ma giunse il momento del club dei giacobini. Era questo, inizialmente, soltanto un luogo di libera discussione. A trasformarlo non fu una qualche specie di meccanismo fatale: fu soltanto la pressione della guerra e della ghigliottina a fame un partito totalitario. Le lotte tra fazioni nel periodo del Terrore furono governate dal pensiero cosi ben formulato da Tomskij : «Un partito al potere e tutti gli altri in prigione». Cosi, sul continente europeo, il totalitarismo e il peccato originale dei partiti. Furono da un lato l'eredita del Terrore, 11 dall'altro l'influenza dell'esempio inglese a insediare i partiti nella vita pubblica europea. II fatto che esistano non e in alcun modo un motivo per conservarli. Soltanto il bene e un motivo legittimo di conservazione. II male dei partiti politici salta agli occhi. La questione da esaminare e se ci sia in essi un bene che abbia la meglio sul male e renda cosi la loro esistenza desiderabile. Ma e molto piu sensato chiedersi: c'e in loro anche solo una particella infinitesimale di bene? Non sono forse un male alio stato puro, o quasi? Se sono un male, e certo che nei fatti e nella pratica non possono produrre altro che male. E un articolo di fede. «Un albero buono non puo produrre frutti cattivi, ne un albero cattivo produrre frutti buoni». Ma bisogna innanzitutto riconoscere quale sia il criterio del bene. Non puo essere rappresentato che dalla verita, dalla giustizia e, in seconda battuta, dail'utilita pubblica. La democrazia, il potere della maggioranza non sono un bene, Sono mezzi in vista del bene, stimati efficaci a torto o a ragione. Se la Repubblica di Weimar, al posto di Hitler, avesse deciso, per vie piii rigorosamente parlamentari e legali, di mettere gli ebrei nei campi di concentramento e di torturarli con metodi raffinati fino alia morte, le torture non avrebbero avuto un atomo di legittimita in piu di quanta ne abbiano adesso. E un tale fatto non e in alcun modo inconcepibile. Solo cio che e giusto e legittimo. II crimine e la menzogna non lo sono in nessun caso. 12 II nostro ideale repubblicano deriva interamente dalla nozione di volonta generate dovuta a Rousseau. Ma il senso della nozione e andato perso quasi immediatamente, perche il concetto e complesso e richiede un grado di attenzione elevato. Con l'eccezione di alcuni capitoli, pochi libri sono belli, forti, lucidi e chiari come // contratto sociale. Si dice che pochi testi siano stati altrettanto influenti, ma in effetti tutto e accaduto e continua ad accadere come se non fosse mai stato letto. Rousseau partiva da due certezze. Una, che la ragione discerne e sceglie la giustizia e l'utilita innocente, e che qualunque crimine ha per movente la passione. L'altra, che la ragione e identica in tutti gli uomini, mentre le passioni, il piu delle volte, differiscono. Di conseguenza se, su un problema generale, ognuno riflette in solitudine ed esprime un'opinione, e se in seguito le opinioni sono confrontate tra loro, probabilmente esse coincideranno per cio che di giusto e ragionevole c'e in ognuna e differiranno per le ingiustizie e gli errori. E unicamente in virtu di un ragionamento di questo genere che si ammette che il consenso universale indica la verita. La verita e una. La giustizia e una. Gli errori, le ingiustizie, sono indefinitamente variabili. Cosi gli uomini convergono nel giusto e nel vero, mentre la menzogna e il crimine li fanno indefinitamente divergere. Poiche l'unione e una forza materiale, si 13 puo sperare di trovarvi una risorsa che permetta di rendere quaggiu la verita e la giustizia materialmente piu forti del crimine e dell'errore. Per raggiungere questo fine e necessario un meccanismo adatto. Se la democrazia costituisce tale meccanismo, e buona. Altrimenti no. Agli occhi di Rousseau - che era nel giusto - un volere ingiusto, comune a tutta una nazione, non era in alcun modo superiore al volere ingiusto di un singolo uomo. Rousseau pensava solamente che, nella maggioranza dei casi, un volere comune a tutto un popolo e conforme nei fatti alia giustizia, per via della mutua neutralizzazione e compensazione delle passioni particolari. Era questo, per lui, l'unico motivo per preferire il volere del popolo a un volere particolare. Alio stesso modo una certa massa d'acqua, benche costituita da particelle che si muovono e si urtano tra loro senza sosta, si mantiene in uno stato di equilibrio e riposo perfetti. Rinvia agli oggetti la loro immagine con un'esattezza impeccabile. Indica perfettamente il piano orizzontale. Dice senza errore la densita degli oggetti che vi sono immersi. Se individui appassionati, inclini per via della passione al crimine e alia menzogna, si compongono alio stesso modo in un popolo vero e giusto, allora e bene che il popolo sia sovrano. Una costituzione democratica e buona se per prima cosa realizza nel popolo questo stato di equilibrio, e soltanto in seguito fa in modo che le volonta del 14 popolo siano eseguite. II vero spirito del 1789 consiste nel pensare non che una cosa sia giusta perche il popolo la vuole, ma che a determinate condizioni il volere del popolo abbia maggiori possibility di qualsiasi altro volere di essere conforme alia giustizia. Esistono numerose condizioni necessarie perche si possa ricorrere alia nozione di volonta generale. Due, in particolare, meritano attenzione. La prima e che nel momento in cui il popolo prende coscienza di una delle sue volonta e la esprime non sia presente alcuna specie di passione collettiva. E del tutto evidente che il ragionamento di Rousseau viene a cadere non appena sia in atto una passione collettiva. Rousseau lo sapeva bene. La passione collettiva e un impulso al crimine e alia menzogna infinitamente piu potente di qualunque passione individuale. In questo caso gli impulsi nocivi, lungi dal neutralizzarsi, si innalzano vicendevolmente all'ennesima potenza. La pressione e quasi irresistibile, tranne che per i santi autentici. Un'acqua messa in moto da una corrente violenta, impetuosa, non riflette piu gli oggetti, non ha piu una superficie orizzontale, non indica piu le densita. E poco importa che sia mossa da una sola corrente o magari da cinque o sei correnti che si urtano e creano vortici. In entrambi i casi, e ugualmente mossa. Se un'unica passione collettiva si impadronisce di tutto un Paese, il Paese intero e unanime nel 15 crimine. Se due o quattro o cinque o dieci passioni collettive lo dividono, il Paese sara spaccato in varie bande criminali. Le passioni divergenti non si neutralizzano, come avviene per la polvere delle passioni individuali fuse in una massa. II loro numero e decisamente troppo piccolo, la forza di ognuna e decisamente troppo grande, perche sia possibile una neutralizzazione. La lotta le esaspera. Si urtano con un clangore infernale, che rende impossibile sentire anche per un secondo la voce della giustizia e della verita, sempre quasi impercettibile. Quando un Paese e in preda a una passione collettiva, e probabile che qualunque volonta particolare sia piu vicina alia giustizia e alia ragione della volonta generale, o piuttosto di cio che ne costituisce la caricatura. La seconda condizione e che il popolo sia chiamato a esprimere il proprio volere riguardo ai problemi della vita pubblica, e non solamente a operare una scelta di persone. Meno ancora la scelta di collettivita irresponsabili. Poiche la volonta generale non ha alcuna relazione con una scelta di questo genere. Se nel 1789 c'e stata una certa espressione della volonta generale, nonostante si fosse adottato il sistema rappresentativo non sapendone immaginare un altro, questo e accaduto perche si era verificato qualcosa di ben diverso da un'elezione. Tutto cio che c'era di vivo nel Paese - e il Paese straripava, a quel tempo, di vita - aveva cercato di esprimere il proprio pensiero attraverso l'organo dei cahiers de revendications. I rappresentanti si erano in gran parte fatti conoscere nel corso di questa cooperazione del pensiero: ne serbavano il calore, sentivano il Paese attento alle loro parole, ansioso di controllare se queste traducessero con esattezza le sue aspirazioni. Per qualche tempo - poco tempo - furono veramente semplici organi di espressione del pensiero pubblico. Un simile fatto non si sarebbe prodotto mai piu. La sola enunciazione di queste due condizioni indica che non abbiamo mai conosciuto nulla che assomigli, neppure da lontano, a una democrazia. Nella cosa a cui attribuiamo questo nome, in nessun caso il popolo ha l'occasione o i mezzi di esprimere un parere su alcun problema della vita pubblica. E tutto cio che sfugge agli interessi particolari e dato in pasto alle passioni collettive, le quali sono sistematicamente, istituzionalmente incoraggiate. L'uso stesso dei termini democrazia e repubblica obbliga a esaminare con estrema attenzione i due problemi seguenti: Primo: come dare realmente agli uomini che compongono il popolo di Francia la possibility di esprimere, talvolta, un giudizio sui grandi problemi della vita pubblica? Secondo: come impedire, nel momento in cui il popolo e interrogate, che vi circoli all'interno una qualunque specie di passione collettiva? Se non si riflette su questi due punti, e inutile 17 parlare di legittimita repubblicana. Non e facile concepire delle soluzioni. Ma e evidente, dopo un attento esame, che qualunque soluzione implicherebbe innanzitutto la soppressione dei partiti politici. * Per apprezzare i partiti politici secondo il criterio della verita, della giustizia, del bene pubblico, conviene cominciare distinguendone i caratteri essenziali. E possibile elencarne tre: Primo: un partito politico e una macchina per fabbricare passione collettiva. Secondo: un partito politico e un'organizzazione costruita in modo da esercitare una pressione collettiva sul pensiero di ognuno degli esseri umani che ne fanno parte. Terzo: il fine primo e, in ultima analisi, l'unico fine di qualunque partito politico e la sua propria crescita, e questo senza alcun limite. Per via di questa tripla caratteristica, ogni partito e totalitario in nuce e nelle aspirazioni. Se non lo e nei fatti, questo accade solo perche quelli che lo circondano non lo sono di meno. Queste tre caratteristiche sono verita di fatto, evidenti a chiunque si sia avvicinato alia vita dei partiti. La terza caratteristica e un caso particolare di un fenomeno che si verifica ovunque la collettivita 18 prenda il sopravvento sugli esseri pensanti. E il rovesciamento della relazione tra fine e mezzo. Dappertutto, senza eccezione, tutte le cose generalmente considerate come fini sono per natura, per definizione, per essenza e nel modo piu evidente unicamente mezzi. Sarebbe possibile citarne esempi a profusione in qualunque ambito: denaro, potere, Stato, prestigio nazionale, produzione economica, diplomi universitari, e cosi via. Solamente il bene e un fine. Tutto cio che appartiene all'ambito dei fatti rientra nell'ordine dei mezzi. Ma il pensiero collettivo e incapace di innalzarsi al di sopra dell'ambito dei fatti. E un pensiero animale. Possiede la nozione di bene in quantita appena sufficiente a commettere l'errore di confondere un qualsiasi mezzo con il bene assoluto. Lo stesso accade con i partiti. Un partito e, in linea di principio, uno strumento destinato a servire una certa concezione del bene pubblico. Questo fatto e vero anche per quelli che sono legati agli interessi di una categoria sociale, poiche esiste sempre una certa concezione del bene pubblico in virtu della quale ci sarebbe coincidenza tra il bene pubblico e quegli interessi. Ma e una concezione estremamente vaga. Questo e vero senza eccezione e quasi senza differenza di grado. I partiti piu inconsistent! e quelli piu rigidamente organizzati sono identici quanto a vaghezza della dottrina. Nessun uomo, per quanto profondamente abbia studiato la politica, sarebbe capace di fornire un'esposizione chiara e precisa della dottrina di alcun partito - compreso, ove si dia il caso, il proprio. Le persone non ammettono questo fatto neppure a se stesse. Se lo facessero, sarebbero ingenuamente inclini a vedervi una traccia di incapacita personale, non essendosi rese conto che l'espressione dottrina di un partito politico non puo mai, per la natura delle cose, avere alcun significato. Un uomo, passasse anche l'intera vita a scrivere ea esaminare problemi intellettuali, non ha che molto di rado una dottrina. Una collettivita non ce l'ha mai. La dottrina non e una merce collettiva. Si puo parlare, e vero, di dottrina cristiana, dottrina indu, dottrina pitagorica, e cosi via. Cio che e allora designato con questo termine non e ne individuale ne collettivo, e una cosa situata infinitamente al di sopra dell'uno e dell'altro campo. E, puramente e semplicemente, la verita. II fine di un partito politico e cosa vaga e irreale. Se fosse reale, esigerebbe un enorme sforzo d'attenzione, in quanto una concezione del bene pubblico non e cosa facile da elaborare. L'esistenza del partito e palpabile, evidente, e non esige alcuno sforzo per essere riconosciuta. E inevitabile, cosi, che in realta il partito sia esso stesso il suo proprio fine. C'e quindi idolatria, dato che solamente Dio e legittimamente un fine in se stesso. II passaggio e facile. Si pone come assioma che la condizione necessaria e sufficiente perche il partito serva efficacemente la concezione del bene pubblico, in vista del quale esiste, e che possieda una grande quantita di potere. Ma in realta nessuna quantita finita di potere potra mai essere considerata come sufficiente, soprattutto una volta che la si sia ottenuta. II partito si trova quindi, per effetto dell'assenza di pensiero, in un continuo stato di impotenza, che attribuisce sempre aH'insufficienza del potere di cui dispone. Se anche fosse padrone assoluto del Paese, le necessita internazionali gli imporrebbero limiti troppo ristretti. Cosi la tendenza essenziale dei partiti e totalitaria, non solo relativamente a una nazione, ma relativamente al globo terrestre. E precisamente perche la concezione del bene pubblico propria a uno o all'altro partito e una finzione, una cosa vuota, irreale, che essa impone la ricerca della potenza totale. Qualunque realta implica, di per se stessa, un limite. Solo cio che non esiste del tutto non e mai limitabile. E per questo che c'e affinita, alleanza, tra il totalitarismo e la menzogna. Molte persone, e vero, non pensano mai a una potenza totale. Questo pensiero le spaventerebbe. E vertiginoso, ed e necessaria una sorta di grandezza per sostenerlo. Quelle persone, quando si interessano a un partito, si accontentano di desiderarne la crescita, ma come qualcosa che non comporti alcun limite. Se quest' anno ci sono tre membri in piu dell'anno scorso, o se l'autofinanziamento ha permesso di raccogliere cento franchi in piu, sono contente. Ma desiderano che questo andamento continui indefinitamente nella stessa direzione. Mai potrebbero concepire che il loro partito possa avere in alcun caso troppi membri, troppi elettori, troppo denaro. II temperamento rivoluzionario porta a concepire la totalita. II temperamento piccolo borghese porta a convivere con rimmagine di un progresso lento, continuo e illimitato. Ma nei due casi la crescita materiale del partito diviene l'unico criterio rispetto al quale si definiscono in ogni cosa il bene e il male. Esattamente come se il partito fosse un animale all'ingrasso, e l'Universo fosse stato creato per farlo ingrassare. Non si puo servire contemporaneamente Dio e Mammona. Se si possiede un criterio del bene diverso dal bene, si perde la nozione di bene. Nel momento in cui la crescita del partito costituisce un criterio del bene, ne consegue inevitabilmente una pressione collettiva del partito sui pensieri degli uomini. Questa pressione, in effetti, esiste. Viene mostrata pubblicamente. E ammessa, proclamata. Questo fatto ci farebbe orrore se l'abitudine non ci avesse talmente induriti. I partiti sono organismi pubblicamente, ufficialmente costituiti in maniera tale da uccidere nelle anime il senso della verita e della giustizia. La pressione collettiva e esercitata sul grande pubblico attraverso la propaganda. Lo scopo manifesto della propaganda e la persuasione, non la comunicazione della luce. Hitler aveva capito L_22 perfettamente che la propaganda e sempre un tentativo di asservimento dello spirito. Tutti i partiti fanno propaganda. Chi non ne facesse scomparirebbe, in virtil del fatto che gli altri ne fanno. Tutti ammettono di fare propaganda. Nessuno e tanto audace nella menzogna al punto da affermare che intraprende l'educazione del pubblico, che forma le opinioni del popolo. I partiti parlano, e vero, di educazione nei confronti di quelli che si sono avvicinati a loro: simpatizzanti, giovani, nuovi aderenti. Questa parola e una menzogna. Si tratta di un addestramento che serve a preparare 1' influenza ben piu rigorosa esercitata dal partito sul pensiero dei suoi membri. Immaginiamo il membro di un partito - deputato, candidato al Parlamento o semplicemente militante - che prenda in pubblico il seguente impegno: «Ogniqualvolta esaminero un qualunque problema politico o sociale, mi impegno a scordare completamente il fatto che sono membro del mio gruppo di appartenenza, e a preoccuparmi esclusivamente di discernere il bene pubblico e la giustizia». Questo linguaggio sarebbe accolto in modo negativo. I suoi, e anche molti altri, lo accuserebbero di tradimento. I meno ostili direbbero: «Perche, allora, ha aderito a un partito?», ammettendo cosi ingenuamente che entrando in un partito si rinuncia a cercare unicamente il bene pubblico e la giustizia. Quell'uomo sarebbe escluso dal suo partito, o per 1_?3J lo meno ne perderebbe l'investitura, non sarebbe certamente eletto. Ma, a dirla tutta, non sembra nemmeno possibile che un linguaggio di questo genere sia adottato. In effetti, salvo errori, non lo e mai stato. Se parole apparentemente simili a queste sono state pronunciate, e stato solamente da parte di uomini desiderosi di governare con l'appoggio di partiti diversi dal loro. Parole di questo tipo suonavano allora come una sorta di infrazione a un codice d'onore. D'altro canto si trova del tutto naturale, ragionevole e onorevole che qualcuno dica: «Come conservatore. ..», o «Come socialista, ritengo che...». Questo fatto, e vero, non b appannaggio dei soli partiti. Non si arrossisce di piu dicendo: «Come francese, penso che...», o «Come cattolico, penso che...». Alcune ragazzine, che si dicevano attaccate al «gollismo» come all'equivalente francese dell'«hitlerismo», aggiungevano: «La verita e relativa, anche in geometria». Toccavano il punto centrale. Se non esiste verita, e ugualmente legittimo pensare in un modo o in un altro, dal momento che ci si trova a essere fatti in una maniera o nell'altra. Dato che abbiamo i capelli neri, bruni, rossi o biondi, poiche siamo fatti in un certo modo, emettiamo anche certi o certi altri pensieri. II pensiero, come i capelli, e allora il prodotto di un processo fisico di eliminazione. Se riconosciamo che esiste una verita, allora 24 1 non ci e permesso pensare ad altro che a cio che e vero. Pensiamo allora una determinata cosa non perche ci troviamo a essere effettivamente francesi, cattolici o socialisti, ma perche la luce irresistibile dell'evidenza obbliga a pensare cosi e non altrimenti. Se non esiste evidenza, se c'e dubbio, e allora evidente che, nello stato di conoscenze di cui disponiamo, la questione e incerta. Se c'e una debole probabilita da un lato, e evidente che c'e una debole probabilita, e cosi via. In ogni caso, la luce interiore concede sempre a chiunque la consulti una risposta manifesta. II contenuto della risposta e piu o meno affermativo, poco importa. E sempre suscettibile di revisione, ma nessuna correzione puo essere apportata, se non attraverso una maggior quantita di luce interiore. Se un uomo, membro di un partito, e risolutamente deciso ad essere fedele in ogni suo pensiero unicamente alia luce interiore e a null' altro, non puo far conoscere questa risoluzione al suo partito. E allora, di fronte a esso, in stato di menzogna. Questa situazione non puo essere accettata che a causa della necessita, che obbliga a entrare in un partito per prendere parte efficacemente agli affari pubblici. Ma allora questa necessita e un male, e bisogna mettervi fine sopprimendo i partiti. Un uomo che non abbia preso la risoluzione di fedelta esclusiva alia luce interiore insedia la menzogna al centro stesso dell'anima. Le tenebre 1_?5J interiori sono la sua punizione. Sarebbe vano tentare di uscire dal dilemma attraverso la distinzione tra la liberta interiore e la disciplina esteriore. Perche bisogna allora mentire al pubblico, verso il quale qualunque candidato, qualunque eletto, ha un obbligo particolare di verita. Se mi appresto a dire, in nome del mio partito, cose che stimo contrarie alia verita e alia giustizia, lo indichero con un avvertimento preliminare? Se non lo faccio, mento. Di queste tre forme di menzogna - al partito, al pubblico, a se stessi - la prima e di gran lunga la meno nociva. Ma se l'appartenenza a un partito obbliga sempre, in ogni caso, alia menzogna, l'esistenza dei partiti e assolutamente, incondizionatamente, un male. Era frequente vedere, nei manifesti che annunciavano dibattiti politici, frasi quali: «H signor X esporra il punto divista comunista» (sul problema oggetto dell'assemblea). «I1 signor Y esporra il punto di vista socialista». «I1 signor Z esporra il punto di vista radicale». Come facevano quei poveretti a conoscere il punto di vista che dove vano esporre? Chi potevano consultare? Quale oracolo? Una collettivita non ha lingua ne penna. Gli organi di espressione sono tutti individuali. La collettivita socialista non risiede in alcun individuo. La collettivita radicale nemmeno. La collettivita comunista risiede in Stalin, ma Stalin e lontano: non gli si puo telefonare prima di parlare a un dibattito. No, i signori X, Y e Z consultavano se stessi. Ma poiche erano onesti, si mettevano per prima cosa in uno stato mentale speciale, uno stato simile a quello in cui li aveva trasportati cosi spesso l'atmosfera degli ambienti comunista, socialista, radicale. Se, una volta raggiunto questo stato, ci si lascia andare alle proprie reazioni, si produrra naturalmente un linguaggio conforme ai «punti di vista» comunista, socialista, radicale. A condizione, beninteso, di proibirsi rigorosamente qualunque sforzo di attenzione rivolto a discernere la giustizia e la verita. Se si compisse un tale sforzo, si rischierebbe - colmo delPorrore - di esprimere «un punto di vista personale». Perche ai giorni nostri la tensione verso la giustizia e la verita e vista come rispondente a un punto di vista personale. Quando Ponzio Pilato ha domandato a Cristo: «Che cos'e la verita?», Cristo non ha risposto. Lo aveva gia fatto prima, dicendo: «Sono venuto per rendere testimonianza alia verita». Non c'e che un'unica risposta. La verita e costituita dai pensieri che sorgono nello spirito di una creatura pensante, unicamente, totalmente, esclusivamente desiderosa della verita. La menzogna, I 'errore - termini sinonimi - sono i pensieri di chi non desidera la verita, o di chi desidera la verita e, assieme ad essa, qualcos'altro. Per esempio, di chi desidera la verita e in piu la conformita a un determinate) pensiero prestabilito. Ma come desiderare la verita senza saperne nulla? E questo il mistero dei misteri. Le parole che esprimono una perfezione inconcepibile all'uomo - Dio, verita, giustizia - pronunciate interiormente con desiderio, senza essere unite ad alcun'altra concezione, hanno il potere di elevare l'anima e di inondarla di luce. E desiderando la verita a mente sgombra e senza tentare di indovinarne in anticipo il contenuto che si riceve la luce. A questo si riduce l'intero meccanismo dell'attenzione. E impossibile esaminare i problemi spaventosamente complessi della vita pubblica prestando attenzione contemporaneamente da un lato a discernere la verita, la giustizia, il bene pubblico, dall'altro a conservare l'atteggiamento che si conviene a un membro di un certo raggruppamento. La facolta d' attenzione umana non e capace di rispondere simultaneamente a queste due preoccupazioni. In effetti, chiunque si dedichi a una di esse abbandona l'altra. Ma nessuna sofferenza attende chi abbandona la giustizia e la verita. Mentre il sistema dei partiti comporta le penalita piu severe per Pindocilita. Penalita che toccano quasi tutto: camera, sentimenti, amicizie, reputazione, onore, talvolta addirittura la vita di famiglia. II partito comunista ha portato questo sistema alia perfezione. Anche in colui che internamente non cede, l'esistenza di penalita falsa inevitabilmente la riflessione. Perche se si vuole reagire all'inffuenza del partito, questa volonta di reazione e in essa 28 stessa un movente estraneo alia verita e di cui bisogna diffidare. Ma lo stesso si puo dire di questa sfiducia, e cosi via. La vera attenzione e uno stato talmente difficile per l'uomo, talmente violento, che qualunque turbamento personale della sensibilita e sufficiente a ostacolarla. Ne risulta l'obbligo imperioso di proteggere per quanto possibile la facolta di discernimento che portiamo in noi stessi contro il tumulto delle speranze e dei timori personali. Un uomo che esegue calcoli numerici particolarmente complessi sapendo che ricevera una frustata ogni volta che otterra come risultato un numero pari si trova in una situazione molto difficile. Qualche cosa nella parte carnale deH'anima lo portera a dare una piccola spinta ai calcoli per ottenere sempre un numero dispari. Volendo reagire rischiera di trovare un numero pari anche dove non dovrebbero essercene. Presa in questa oscillazione, la sua attenzione non e piu intatta. Se i calcoli sono complessi al punto da esigere da parte sua la pienezza dell' attenzione, inevitabilmente sbagliera molto spesso. Non servira a nulla che sia molto intelligente, molto coraggioso, molto attento alia ricerca della verita. Che cosa deve fare? E molto semplice. Se puo sfuggire alle persone che lo minacciano con la frusta, deve scappare. Se poteva evitare di cadere nelle loro mani, doveva evitarlo. Le cose funzionano esattamente alio stesso modo per i partiti politici. Quando in un Paese esistono i partiti, ne risulta 29 1 prima o poi uno stato delle cose tale che diventa impossibile intervenire efficacemente negli affari pubblici senza entrare a far parte di un partito e stare al gioco. Chiunque si interessi alia cosa pubblica desidera interessarsene efficacemente. Cosi, chiunque abbia un'inclinazione a interessarsi al bene pubblico o rinuncia a pensarci e si rivolge ad altro, o passa dal laminatoio dei partiti. Anche in questo caso sara preso da preoccupazioni che escludono quella per il bene pubblico. I partiti sono un meraviglioso meccanismo in virtu del quale, in tutta l'estensione di un Paese, non uno spirito dedica la sua attenzione alio sforzo di discernere, negli affari pubblici, il bene, la giustizia, la verita. Ne risulta che - eccezion fatta per un piccolo numero di coincidenze fortuite - vengono decise e intraprese soltanto misure contrarie al bene pubblico, alia giustizia e alia verita. Se si affidasse al diavolo l'organizzazione della vita pubblica, non saprebbe immaginare nulla di piu ingegnoso. Se la realta e stata un po' meno cupa, questo e accaduto perche i partiti non avevano ancora divorato ogni cosa. Ma e stata realmente un po' meno cupa? Non era cupa esattamente quanto il quadro qui delineato? La Storia non l'ha mostrato? Si deve ammettere che il meccanismo di oppressione spirituale e mentale proprio dei partiti e stato introdotto nella Storia dalla Chiesa cattolica, nella sua lotta contro l'eresia. Un convertito che fa il suo ingresso nella Chiesa - o un fedele che delibera con se stesso e decide di rimanervi - ha visto nel dogma il vero e il bene. Ma varcando la soglia professa alio stesso momenta di non essere colpito dagli anathema sit, ovverosia di accettare in blocco tutti gli articoli detti «di stretta fede». Questi articoli non li ha studiati. Persino a chi fosse dotato di un alto grado di intelligenza e cultura, una vita intera non basterebbe a questo studio, data che implica anche quello delle circostanze storiche di ogni condanna. Come aderire ad affermazioni che non si conoscono? E sufficiente sottomettersi incondizionatamente all'autorita che le ha emanate. E il motivo per cui san Tommaso vuole sostenere le proprie affermazioni solamente attraverso l'autorita della Chiesa, escludendo qualunque altro argomento. Poiche, dice, non e necessario null'altro per chi l'accetta, e nessun argomento persuaderebbe chi la rifiuta. In questo modo la luce interiore dell'evidenza, questa facolta di discernimento concessa dall'alto all'anima umana come risposta al desiderio di verita, e scartata, condannata a un ruolo servile come quello di fare addizioni, esclusa da tutte le ricerche relative al destino spirituale dell'uomo. II movente del pensiero non e piu il desiderio incondizionato, indefinito, della verita, ma il desiderio della conformita a un insegnamento prestabilito. Che in questo modo la Chiesa fondata da Crista abbia in cosi grande misura soffocato lo spirito di 31 verita - e se, nonostante l'lnquisizione, non lo ha fatto totalmente e perche la mistica offriva un rifugio sicuro - sembra una tragica ironia. Lo si e spesso sottolineato. Ma si e sottolineata con minore frequenza un'altra tragica ironia. Che il moto di ribellione contro il soffocamento degli spiriti, avvenuto sotto il regime inquisitorio, ha preso un orientamento tale da proseguire quella stessa opera di soffocamento degli spiriti. La Riforma e l'Umanesimo rinascimentale, doppio prodotto di questa rivolta, hanno largamente contribuito a formare, dopo tre secoli di maturazione, lo spirito del 1789. Ne e risultata, dopo un certo intervallo, la nostra democrazia fondata sul gioco dei partiti, ognuno dei quali e una piccola Chiesa profana armata della minaccia della scomunica. L'influenza dei partiti ha contaminato l'intera vita mentale della nostra epoca. Un uomo che aderisce a un partito ha verosimilmente visto nell'azione e nella propaganda di quel partito cose che gli sono parse giuste e buone. Ma non ha mai studiato la posizione del partito relativamente a tutti i problemi della vita pubblica. Entrando a far parte del partito, accetta posizioni che ignora. Sottomette cosi il suo pensiero all'autorita del partito. Quando, poco a poco, conoscera le posizioni che oggi ignora, le accettera senza esaminarle. E esattamente la stessa situazione di chi aderisce all'ortodossia cattolica concepita come fa san Tommaso. Se un uomo dicesse, richiedendo la sua tessera di membro: «Sono d'accordo con il partito su questo, questo e quest'altro punto. Non ho studiato le sue altre posizioni e riservo interamente la mia opinione fino a che non ne avro portato a termine 10 studio», lo si pregherebbe probabilmente di ripassare in seguito. Ma in realta, al di la di eccezioni molto rare, un uomo che entra in un partito adotta docilmente la disposizione d'animo che esprimera piu tardi con le parole: «Come monarchico, come socialista, penso che...». E una posizione cosi confortevole ! Perche equivale a non pensare. Non c'e nulla di piu confortevole del non pensare. Quanto alia terza caratteristica dei partiti, ossia 11 fatto che sono macchine per fabbricare passioni collettive, e cosi evidente che non merita di essere spiegata. La passione collettiva e Tunica energia di cui dispongono i partiti per la propaganda diretta all'esterno e per la pressione esercitata sull'anima di ogni membro. Si ammette che lo spirito di partito acceca, rende sordi alia giustizia, spinge anche le persone oneste all'accanimento piu crudele contro gli innocenti. Lo si ammette, ma non si pensa a sopprimere gli organismi che fabbricano un tale spirito. Ciononostante, si vietano gli stupefacenti. Esistono ugualmente persone che consumano stupefacenti. Ma il loro numero sarebbe piu alto se lo Stato organizzasse la vendita di oppio e cocaina in tutti i tabaccai, con cartelloni pubblicitari per incoraggiare i consumatori. La conclusione e che l'istituzione dei partiti sembra proprio costituire un male senza mezze misure. Sono nocivi nel principio, e dal punto di vista pratico lo sono i loro effetti. La soppressione dei partiti costituirebbe un bene quasi alio stato puro. E perfettamente legittima nel principio e non pare poter produrre, a livello pratico, che effetti positivi. I candidati non direbbero agli elettori: «Ho quest' etichetta» - il che, dal punto di vista pratico, non spiega rigorosamente nulla al pubblico sul loro atteggiamento concreto relativo a problemi concreti - ma: «Penso tale, tale, e tale cosa riguardo a tale, tale e tale grande problema». Gli eletti si assocerebbero e si dissocerebbero secondo il gioco naturale e mobile delle affinita. Posso facilmente essere in accordo con il signor A sul colonialismo e in disaccordo con lui sulla proprieta rurale, e avere posizioni opposte nei confronti del signor B. Se si parla di colonialismo, andro, prima della seduta, a conversare un po' con il signor A. Se si parla di proprieta rurale, con il signor B. La cristallizzazione artificiale in partiti e coincisa cosi poco con le affinita reali che un deputato poteva essere in disaccordo, per tutti gli atteggiamenti concreti, con un collega del suo partito e in accordo con un uomo di un altro partito. Quante volte, in Germania, nel 1932, un comunista e un nazista, parlando per la strada, devono essere stati colti da vertigini mentali constatando che erano d'accordo su ogni punto! Fuori dal Parlamento, dato che esistono riviste di opinione, si creano attomo ad esse, in modo del tutto naturale, altrettanti circoli. Ma questi circoli dovrebbero essere mantenuti in stato di fluidita. E la fluidita che distingue dal partito un circolo costruito sull'affinita e gli impedisce di avere un' influenza nociva. Quando si frequenta in amicizia chi dirige una data rivista e chi vi scrive spesso, quando vi si scrive a propria volta, si sa che si e in contatto con il circolo creatosi attorno a quella rivista. Manon si sa se si fa parte di questo circolo, non esiste una divisione netta tra interno ed esterno. Piu distanti, ci sono coloro i quali leggono la rivista e conoscono una o due delle persone che vi scrivono. Piu distanti ancora, i lettori regolari che ne traggono ispirazione. Piu distanti, i lettori occasionali. Ma nessuno potrebbe arrivare a pensare o a dire: «In quanto legato a questa rivista, penso che...». Quando i collaboratori di una rivista si presentano alle elezioni, dovrebbe essere loro vietato fare riferimento alia rivista. Dovrebbe essere vietato, alia rivista, di dare loro un'investitura, di favorire direttamente o indirettamente la loro candidatura, o anche solo di menzionarla. Qualunque gruppo di «amici» di questa rivista dovrebbe essere proibito. Se una rivista impedisse ai suoi collaboratori, sotto pena di allontanamento, di collaborare con altre pubblicazioni, di qualunque genere esse siano, la rivista dovrebbe essere soppressa non appena fosse possibile provare il fatto. Questo implica un regime della stampa tale da rendere impossibili le pubblicazioni alle quali e disonorevole collaborare. Ogni volta che un circolo tentasse di cristallizzarsi conferendo un carattere definito alio statuto di membro, dovrebbe esserci repressione penale non appena il fatto fosse stabilito. Naturalmente, esisterebbero parti ti clandestini. Ma i loro membri avrebbero cattiva coscienza. Non potrebbero piu fare pubblica professione di servilita dello spirito. Non potrebbero fare alcuna propaganda in nome del partito. II partito non potrebbe piu trattenerli in una rete senza buchi di interessi, di sentimenti e di obblighi. Ogni volta che una legge e imparziale, equa e fondata su una concezione del bene pubblico facilmente assimilabile dal popolo, indebolisce tutto cio che vieta. Lo indebolisce per il semplice fatto di esistere, e indipendentemente dalle misure repressive volte ad assicurarne l'applicazione. Questa maesta intrinseca della legge e un fattore della vita pubblica dimenticato da tempo, e di cui bisogna ripristinare l'uso. Sembra non esserci nell'esistenza di partiti clandestini alcun inconveniente che non si ritrovi in un grado ben piu elevato nel fatto compiuto dei partiti legali. In linea generale, un esame attento non sembra lasciar intravedere a nessun proposito nessun inconveniente di nessun tipo legato alia soppressione dei partiti. Per un singolare paradosso le misure di questo genere, che non presentano inconvenienti, sono in realta quelle che hanno le minori possibilita di essere attuate. Ci si dice: se questa soluzione e davvero cosi semplice, come mai non e stata applicata gia da tempo? Eppure, in linea generale le grandi cose sono semplici e immediate. Questa soppressione estenderebbe la propria virtu di risanamento ben al di la degli affari pubblici. Perche lo spirito di parti to e arrivato a contaminare ogni cosa. In un Paese le istituzioni che determinano lo svolgersi della vita pubblica influenzano sempre la totalita del pensiero, a causa del prestigio del potere. Siamo arrivati al punto da non pensare quasi piii, in nessun ambito, se non prendendo posizione «pro» o «contro» un'opinione e cercando argomenti che, secondo i casi, la confutino o la supportino. E esattamente la trasposizione dell'adesione a un partito. Come, nei partiti politici, esistono democratici che ammettono diversi partiti, alio stesso modo nell' ambito delle opinioni le persone di ampie vedute riconoscono un valore alle opinioni con le quali si dicono in disaccordo. Significa aver perso completamente il senso stesso del vero e del falso. Altri, una volta presa posizione per un'opinione, non accettano di esaminare nulla che le sia contrario. E la trasposizione dello spirito totalitario. Quando Einstein venne in Francia, tutti gli appartenenti ai circoli piu o meno intellettuali, compresi gli scienziati stessi, si divisero in due campi: i favorevoli e i contrari. Qualunque pensiero scientifico innovativo ha negli ambienti scientifici i suoi partigiani e i suoi avversari, animati gli uni e gli altri, a un grado deplorevole, dallo spirito di partito. Esistono d'altronde, in questi ambienti, numerose tendenze, diverse conventicole, a uno stato piu o meno cristallizzato. Nell' arte e nella letteratura, il fenomeno e ancora piu visibile. Cubismo e Surrealismo sono stati delle specie di partiti. Si era «gidiani» cosi come si era «maurrasiani». Per avere un nome, e utile essere circondati da una banda di ammiratori animati da spirito di partito. Alio stesso modo non c'e grande differenza tra l'attaccamento a un partito e l'attaccamento a una Chiesa o aH'attitudine antireligiosa. Si e pro o contro la fede in Dio, pro o contro il Cristianesimo, e cosi via. Si e giunti, in materia di religione, a parlare di «militanza». Anche nelle scuole non si sa piu stimolare il pensiero dei ragazzi se non invitandoli a prendere partito pro o contro un determinato pensiero. Si cita una frase di un grande autore e si chiede loro: «Siete d'accordo o no? Sviluppate i vostri argomenti». All'esame i poveretti, dovendo 38 terminare la loro dissertazione nel giro di tre ore, non possono passare piu di cinque minuti a chiedersi quale sia la loro opinione in merito. E sarebbe cosi facile dire loro: «Meditate su questo testo ed esprimetele riflessioni che vi suscita». Quasi dappertutto - e anche, di frequente, per problemi puramente tecnici - l'operazione di prendere partito, di prendere posizione pro o contro, si e sostituita all'operazione del pensiero. Si tratta di una lebbra che ha avuto origine negli ambienti politici, e si e espansa, attraverso tutto il Paese, alia quasi totalita del pensiero. Non e certo che sia possibile rimediare a questa lebbra, che ci sta uccidendo, senza cominciare dalla soppressione dei partiti politici. Simone Weil di Alain Avendo letto il celebre articolo di Simone Weil sulla necessita di sopprimere i partiti politici, sono giunto a quest' idea: che abbiamo doveri solamente nei confronti dei morti. Quanto ai vivi, se si sbagliano o meno e affar loro, e che se la cavino come possono. Ma i morti sono terribilmente abbandonati. Di un vivo quasi non si osa esaminare il pensiero. Perche come reagira costui ai suoi pensieri emendati? II morto, lui, non apre bocca. Questa e la sua forza, e questo e il nostra obbligo verso di lui. Ho conosciuto molto bene Simone Weil. L'ho giudicata superiore a quelli della sua generazione, molto superiore. Ho letto certi suoi commenti a Spinoza che oltrepassavano tutto quello che era gia stato scritto. Quando entro in politica, nei partiti appunto, di cui si parla qui, mi attesi molto da lei. Molto? La soluzione, semplicemente. Non presagii nulla di quello che sarebbe successo, per me fu una specie di miracolo. Che una mente di prim'ordine, e donna, rassegnasse immediatamente le proprie dimissioni era qualcosa che smentiva qualunque mia previsione. A dire il vero, qualcosa rimaneva, ma sotto forma di azioni isolate, di aneddoti: un ruolo di agitatrice silenziosa. La promessa era niente meno che quella di una nuova Rosa Luxemburg. Bisognava vedere. E io vidi che c'era soltanto del negativo, ma vidi anche esperienze forti: entrava in fabbrica, con l'obiettivo di scoprire che cosa fosse il lavoro. Lo seppe rapidamente: ebbe come primo incarico quello di incollare etichette. Facile, in apparenza. Dopo otto giorni, erano sopraggiunte la febbre e la malattia: ecco quel che io definisco avvicinarsi al reale. Mi limito a questo compendio di una vita dedicata al sapere diretto e alia lotta per i deboli e i poveri. Pensavo che una tale inchiesta avrebbe dovuto produrre qualche pensiero. Ma dove sono questi pensieri? Ne La pesanteur et la grace 5 , trovai poche cose, quello che prometteva un titolo volgare e che probabilmente non era suo. L'enracinemenf diceva di piu. Tracciava un metodo di pensiero fondato sull'esperienza politica. Penso che questo lavoro non sia stato inutile per nessuno. Segui un silenzio. Ed ecco qui un articolo pieno di fuoco, che sembra scritto con il piccone dello sterratore. Di superba disinvoltura. Non potei limitarmi a quel che i lettori potevano pensarne. Per dirla tutta, vi trovavo un clima e come un ricordo di me stesso. Non ebbi nemmeno per un istante l'idea che fosse un pensiero astratto, e che, come mi dice il sindacato, chiedesse a tutti noi la Luna. Ne convengo, 1' apparenza e questa, ed e F apparenza cio che guida i nostri pensieri. Ma attenzione qui! C'e un male nella nostra esistenza politica. Un male o piuttosto un vuoto, un invincibile nulla. Non sara magari il partito, questo nulla? , Bisogna ascoltare questo spirito superiore, cosi alto, cosi distante da tutto, cosi vicino a una sorta di santita che ha tanto battuto sull'idea di partito, da obbligarmi a seguirlo. Tutte quelle idee le avevo gia, solamente erano senza potenza, come accade quando non si combatte, come dice Cartesio, con tutte le proprie forze. E per prima cosa vero, senza alcun dubbio, che un partito non puo formare pensieri. II regime dell'obbligo estingue qualunque pensiero. Lo sapevo. L'ho visto cento volte, spesso sotto forma di eloquenza: si prova allora cio che il pubblico (il partito) vuole che si provi. E quindi si tradisce se stessi. La ricompensa e l'applauso. Questa e la piega che diedi al mio esame dell'argomento, e vidi che ero obbligato a girare nello stesso cerchio, senza poter vincere l'amicizia, senza poter vincere lo spirito di giustizia e lo spirito di verita. Era semplice, ma era vero. Questa fu la mia conclusione. Mi parve di evadere da una sorta di prigione letteraria, e di disdegnare la forma per esigere da me stesso, al contrario, frasi dirette, urgenti, che colpissero piu volte alio stesso punto. Proprio le frasi di Simone Weil in questa sorta di testamento. Una volta che si e verificata Pidea nei casi particolari, resta un'esperienza ben piu luminosa, che Simone Weil non ha trascurato. Lei mi istruisce improvvisamente, mi spiega tutto e mi riporta alia realta. Di cosa si tratta, dunque? Di 42 questo: che il partito comunista si e incaricato di portare alia perfezione la decadenza e la nullita di un partito. In effetti, si applichino a questo caso speciale i principi spiegati sopra. Ci si accorgera per prima cosa del fatto che questo partito non ha alcun pensiero, fatto che dimostra una stupidita che non e in rapporto con la comune stupidita, ma che la supera di gran lunga. Inoltre, si vedra che questo partito non discute mai, e spesso rifiuta la discussione, tappandosi le orecchie o andandosene. E questo si accorda bene con quel che abbiamo colto: che le idee non si formano mai nelle riunioni. Quest' esperienza, fatta sotto i nostri occhi, ci insegna anche un'altra cosa. Che ci troviamo grossomodo nella situazione in cui saremmo dopo la distruzione di tutti i partiti. Non ci sono piu movimenti in cui sperare o da temere tra i partiti, tutto e monotono e immobile. La Costituzione non puo nulla. Lo stesso governo fara continuamente ritorno, risultando da tutti i partiti. Cosi che e vano addurre l'idea che la soppressione di tutti i partiti sia impossibile, quando vediamo che e compiuta e che a ogni istante uomini che dovrebbero essere irriducibilmente opposti vanno, al contrario, piuttosto d'accordo. Non solo non esiste un'altra manifestazione della volonta generale, ma questo stesso fattone e una manifestazione. Conclusione: la dialettica, ossia la lotta tra opinioni opposte, si e fatta nella Storia stessa, come Hegel e molti grandi dialettici avevano previsto. E infine, questa confusione di tutti i 43 partiti in una monotona mischia, in un tumulto non diretto ne dirigibile, e incontestabilmente il volto della vera Repubblica! Questo non vuol forse dire che piaccia a tutti? No, poiche sapete bene che non ne esiste una simile, e che qualunque cooperazione esige concessioni. Qui e necessario che arriviate a percepire la vostra vera opinione politica. Poiche tutti sanno bene che la guerra civile non e una soluzione, ma che la Pace soltanto e una soluzione. Segnatevi dunque questo fatto in un qualche prontuario, e a partire da esso giudicate il testamento di Simone Weil. Non siamo di fronte al buon senso stesso? Alia giustizia stessa? Poiche dal momento in cui notate i difetti inevitabili del partito comunista, che sono quelli di qualunque partito, non sarete piu disposti a intavolare una discussione che non puo portare a nulla. Poiche non contate sul fatto che il partito comunista si annullera volontariamente per farvi piacere. Penso dunque che l'opinione del lettore avra fatto un passo in avanti, grande o piccolo. Simili avanzamenti, ripetuti, ci trarranno d'impaccio. Abbiamo guadagnato, dalla recente esperienza, la constatazione di alcune regole interessanti: La Prima: che l'indivisibilita di un governo, ritenuto in blocco unico responsabile, e una finzione senza un briciolo di realta. La Seconda: che la caduta di un governo non porta a nessun avanzamento, se si e portati a sostituirlo con un governo equivalente. La Terza: che un buon tiranno non e facile da 44 trovare, e soprattutto non e facile da insediare al potere. La Quarta: che questo lavoro diventa inutile nel momento in cui si capisce che il Buon Tiranno governera assolutamente come ha fatto quello che va a rimpiazzare. Ebbene! Allora i partiti non esistono gia piu, dato che non fanno nulla, ed e a questo che volevo condurre il lettore. Perche quando consulto le diverse tendenze politiche non vedo alcun progresso dall'una alPaltra. Questo non impedisce certo che esistano mestieri, contratti e mercati. No, questo prova che ogni cittadino deve fare la politica, ossia essere radicale, cosa che d'altronde comincia a vedersi nei fatti. Ognuno riconoscera, in particolare, che l'opinione femminile e un radicalismo dominato a molto in alto dalla Giustizia. Questo significa che la Repubblica potra ricominciare da com' era ai tempi di Waldeck 7 , di Combes 8 e di Pelletan 9 . Non andate urlando, allora, che tutto e perduto, perche e falso: a quei tempi si viveva, e da essi abbiamo conservato la disciplina dell'esercito e quella del clero, che non sono poca cosa. Mai la guerra tranquilla delle opinioni e stata tanto viva come a proposito di quelle due riforme, Passoluzione di Dreyfus e l'autonomia del clero pagato direttamente dai praticanti. Condizioni analoghe possono tranquillamente perfezionare la tassazione, regolare la stampa, spingere il potere delle banche, senza contare altri cambiamenti, facili o difficili. Ma, come ha detto Simone Weil, 45 nessun candidato dovra sottomettersi a un partito, perche non e questo che si vuole da lui. Gli si chiede al contrario di non seguire un partito in nessun caso, e di non abbandonare mai il vero partito, quello della Giustizia e della Verita, cose che non possono essere conosciute e seguite da altri che da individui, sostenuti dai loro amici, e mai dai partiti che affermano di perseguire insieme il Giusto e il Vero, ma che non ci pensano mai, dato che una collettivita non puo pensare nulla. Alain Le Vesinet, 10 febbraio 1950 NOTE 'S. Weil, Ecrits de Londres et dernieres lettres, Gallimard, Parigi, 1957, ndr 2 Charles Maurras (1868-1952), scrittore e uomo politico francese e fondatore dell'organo di tendenza monarchica 1 'Action francaise, fu, grazie anche alle sue doti di polemista, una figura di primo piano negli ambienti piu conservatori di Francia nei primi anni del secolo XX. Fortemente nazionalista, ebbe un grande influsso su Salazar e sugli intellettuali salazaristi, e sostenne Franco e (fino al 1939) Mussolini, nonche il regime di Vichy. II «coltello da cucina» di cui parla Breton fa riferimento alia sua minaccia di morte nei confronti del Primo Ministro socialista Leon Blum, che gli costo una condanna a otto mesi di prigione, ndt. 3 D gia citato Leon Blum (18721950), figura di punta del socialismo francese dal 1920 al primo dopo guerra, e per tre volte Presidente del Consiglio, fu il principale artefice della scissione tra partito comunista e partito socialista in Francia, avvenuta nei 1920, nonche della successiva riunificazione che aveva l'obiettivo di creare un fronte comune contro l'ascesa dei movimenti fascisti (creazione del Front Populaire nei 1936), ndt. 4 Mouvement Republicain Populaire, partito di stampo cristiano democratico fondato nei 1944, ndt. 5 S. Weil, La pesanteur et la grace, Pocket, Parigi, 1993[ed. it. L 'ombra e la grazia, Bompiani, Milano, 2002], ndr. 6 S. Weil, L 'enracinement. Prelude a une declaration des devoirs envers Vetre humain, Gallimard, Parigi, 1950 [ed. it. La prima radice. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso I'essere umano, SE, Milano, 1990], ndr. 7 Pierre Marie Rene Ernest Waldeck-Rousseau( 1846- 1904) fu un politico repubblicano, celebre in particolare per la legge che legalizzava i sindacati (1884)che porta il suo nome. Fu Presidente del Consiglio dal 1899 al 1902, ndt. 8 Emile Combes (18351921) sostitui Waldeck-Rousseau 47 nella carica di Presidente del Consiglio, rivestita dall902 al 1905. Filosofo e teologo di formazione, fu un accanito anticlericale ed e considerato uno dei padri della legge che, nel 1905, sanci la definitiva separazione tra Stato e Chiesa e il carattere laico dello Stato francese, ndt. 'Charles Camille Pelletan ( 1846-1915 ) fu un giornalista e politico francese appartenente all'ala piu avanzata del partito radical-socialista. Fu Ministro della marina nel governo Combes, ndt.